Vietnam

In compagnia della capo villaggio - Popolo Dzao

Namibia

In auto a Solitaire

India

Taj Mahal - Agra

Sudafrica

Con Hunter - Tshukudu game reserve

Namibia

Presso un villaggio Himba

sabato 25 luglio 2015

Viaggiando nel mondo dei blog, riflessioni e conclusioni

Ho deciso di aprire un blog, l'ho deciso un paio d'anni fa, senza rendermi conto del "mondo" a cui mi stavo affacciando.
L'ho aperto con tanto entusiasmo, senza sapere che sarebbe stato un percorso difficile ed impegnativo.

immagine tratta del web























Credevo, nella mia ingenuità di principiante blogger, che bastasse scrivere emozioni, raccontare vicende vissute, non sapevo che tutto questo avesse tempi e costi.
Non sapevo che avere un blog significa dover:
contare le visite giornaliere, mensili, annuali
scrivere per pubblicare il più spesso possibile
essere onnipresente sui social
diventare pubblic relation di se stessi
fare "amicizia" con il numero maggiore possibile di altri blogger
organizzare i futuri viaggi cercando mete di cui sia stato scritto il meno possibile...
etc..etc..

immagine tratta del web
























Il blog che avevo in mente era un'altra cosa, ma mi sono fatta "trascinare" da tutto questo mio malgrado, e ci ho provato, ci ho creduto.
Ho imparato a fare cose che non sono propriamente nelle mie corde, tipo accedere al modello html
e andarlo a modificare,
Mi sono scervellata per ore per imparare a gestire il blog in modo un poco più professionale,
Ho passato intere serate a condividere e scambiare commenti su facebook per farmi conoscere,
Ho passato intere serate ignorando parole di mio marito seduto sulla poltrona di fianco perché "dovevo" essere presente sui social,
Ho passato interi sabati e domeniche a scrivere post per poter pubblicare spesso,
Mi sono levata tempo, tempo prezioso per me e per chi mi sta vicino.
Mi sono privata di momenti tutti miei come leggere un libro o farmi una passeggiata o starmene semplicemente senza far nulla per riposare mente e fisico.

immagine tratta del web



































Mi sono privata di momenti con le persone che amo, rifiutando una domenica a zonzo con mia sorella o una cena in famiglia perché dovevo seguire il blog.
E ora mi chiedo:
Tutto questo perché? Cosa è mai un blog?
Non è questo ciò che volevo e non mi piace quello che devo spendere per avere un seguito.
Quindi da oggi dico stop, mi riapproprio del mio tempo e del mio blog.
In realtà già da un paio di mesi ho levato il piede dall'acceleratore, in questo ultimo mese, poi, sono capitate cose che mi hanno riaperto gli occhi, che mi hanno riportato alla mia famiglia.
Non ho avuto tempo per il blog, non ho nemmeno avuto tempo di pensarci o di vedere se qualcuno se lo filava, le visite saranno crollate…e allora? Allora chi se ne frega.
Signori blogger, se qualcuno di voi ha avuto un pallido, pallidissimo timore che io potessi entrare nel circolo dei blogger “famosi”e fargli le scarpine…può mettersi l’anima in pace, non ci entrerò mai.
Non ho più intenzione di seguire queste assurde regole, vivo bene lo stesso, tornerò a scrivere per il piacere di farlo, esattamente come in questo momento sto scrivendo per puro sfogo.
Tornerò la Bea Travel Planner dei primi tempi





















Scriverò le mie emozioni in viaggio, se saranno utili a qualcuno bene, se non lo saranno avrò un diario da rileggere nei momenti in cui non potrò viaggiare. Lo leggeranno gli amici e la mia famiglia, lo leggerà mio marito e le mie amiche di chat che ogni volta si commuovono…pare che io sia brava a far lacrimare la gente!
Nel percorso di questi due anni ho anche conosciuto delle belle persone che mi seguono perché apprezzano la Bea per quello che è e perché trovano piacevole il mio modo di scrivere, sono questi i followers che danno soddisfazione, è questo il seguito che aspiro ad avere.
Non sparirò completamente, ma non vivrò nemmeno con l'ansia da post, continuerò a scrivere col cuore e a condividere quando avrò qualcosa da raccontare.
Grazie a chi mi ha seguito fino a qui e avrà ancora voglia di accompagnarmi in questa avventura, buona strada a chi non mi seguirà...



sabato 16 maggio 2015

Vietnam - La pagoda dei profumi

Vietnam - Fiume Rosso














Qualche tempo fa ho commentato un post di Deborah sul Vietnam, quell'articolo, le sue foto, hanno risvegliato vecchi ricordi e dal commento nasce questo...

"Ricordo le barche che scivolano silenziose lungo il fiume, ci fa compagnia il suono ritmico dei remi, di tanto in tanto incrociamo bambini che fanno il bagno e ci portiamo dietro l'eco delle loro spontanee risate...

Vietnam - Pagoda Profumi
















Vietnam - Bambini sul fiume Rosso























Ci troviamo nel delta del Fiume Rosso e circa sessanta chilometri a sud-ovest di Hanoi.
Questa magica escursione deve tutta la sua bellezza non tanto alla meta finale, quanto al percorso per raggiungerla.
Montagne calcaree ricoperte di fitta foresta s’innalzano verdissime dalle risaie allagate del delta e dai campi coltivati di alberi da frutta.
Lungo il percorso s’incontrano pescatori di gamberi di fiume che s’immergono per disporre le loro particolari nasse.

Vietnam - Pescatore di gamberi















Le barchette, alcune di legno, la maggior parte in metallo, partono dall'imbarcadero di My Duc, a condurle sono principalmente donne. Piccole, gracili, eleganti figure che ottengono questo faticosissimo lavoro perché hanno avuto un martire in famiglia. Mariti, figli, padri... persi in una lunga e devastante guerra che ha lasciato tanti lutti, e non essendoci lavoro per tutte, i turni vengono organizzati annualmente. Chi quell'anno non remerà si occuperà di un pezzetto di terreno dato dallo stato per coltivare frutta e verdura da rivendere.

Vietnam - Barche per la pagoda dei Profumi























La Pagoda dei Profumi si trova all'interno di una grotta alta oltre cinquanta metri ed è l'attrazione principale di un complesso di pagode e altari buddisti disseminati sul Monte Huong Tich ovvero la montagna delle Impronte Profumate.

Vietnam - Pagoda dei Profumi
























Il tragitto da My Duc al monte della Pagoda dura un'oretta ed è un susseguirsi d’immagini spettacolari. Quasi non si parla fra noi per il timore di rovinare l'atmosfera, una favola attraversa la mia mente, personaggi leggendari di draghi e principesse prendono forma nei miei pensieri mentre tutto intorno è silenzio.
Forza, venite con me, salite su questa barca e ascoltate, è lieve il rumore dei remi che aprono ferite nell'acqua del fiume che si rimarginano subito e non lasciano segno, lo sciabordio delle minuscole onde che si formano al nostro passaggio e si spengono contro lo scafo.

Vietnam - verso la Pagoda dei Profumi























Ai lati un mondo fatto di mille verdi, smeraldo per le risaie che sfuma in tonalità sempre più scure allontanandosi all'orizzonte e salendo sulle montagne.
Gli uccelli fanno soste lungo le sponde per bere e riposare e i bambini, quelli non mancano mai, giocano con le loro piccole barchette tuffandosi e risalendo a bordo.

Vietnam - bambini sul fiume























E si arriva al molo della Pagoda, dove si ritorna alla realtà e la favola si spezza! Il silenzio è rotto dalle voci di chi deve fare i conti con la sopravvivenza e ha creato un mini centro di bancherelle con tanto di ristorante, dove poi pranzeremo.
Da qui parte il sentiero che conduce al primo tempio, la "Pagoda che conduce al cielo", oltre questa il sentiero prosegue per altri due chilometri per raggiungere la più importante "Pagoda dei profumi", la salita è piuttosto ripida e faticosa e il caldo opprimente, così decidiamo di proseguire con la funivia, che rovina assai la poesia del luogo, ma risparmia il nostro affaticato fisico oltre a regalarci un bellissimo panorama dove tempietti e altari spuntano dai boschi di frangipani e altra rigogliosa vegetazione.

Vietnam - Montagna delle Impronte Profumate























L'atmosfera all'interno della grotta è carica di spiritualità e ritroviamo la pace e il silenzio.

Vietnam - Pagoda dei Profumi
Vietnam - Pagoda dei Profumi

































Interni della grotta dove si trova la Pagoda dei Profumi

Vietnam - Pagoda dei Profumi
























Ed è ormai tempo di ritornare...
Ricordo il caldo afoso che riesce a farti sudare persino sul dorso delle mani. La vista non riesce a spaziare oltre una certa distanza perché il calore crea un velo di foschia che acuisce la sensazione di fiaba e le montagne più lontane sono ombre che ti osservano di nascosto, poi, l’arrivo improvviso di un temporale, la gioia di lasciarsi inzuppare gli abiti da questo scroscio rinfrescante ora siamo noi bambini che giocano e come i pargoli ridevano sguaiatamente durante il bagno, ora siamo noi a lasciarci andare a grasse risate!
La nostra barcaiola ci riporta indietro mentre il temporale così com’è arrivato, veloce se ne va, lasciando alle sue spalle ancora più afa... ci riempiamo ancora gli occhi di tanto verde e tanta grazia, perché è questo che caratterizza gli scenari del Vietnam, un mondo elegante, delicato. Impossibile non pensare alla violenza della guerra, alla distruzione di tanto splendore… Ci voltiamo un'ultima volta chissà che non riusciamo a sorprendere qualche drago o una principessa che ci saluta da lontano...
Grazie Deborah, per aver fatto riaffiorare questo momento di viaggio...

Vietnam - Pagoda dei Profumi

















sabato 25 aprile 2015

Namaskar... bellissima Kathmandu

Bea e Sadhu























Nel 1992 sono stata in un paese bellissimo, con gente meravigliosa. Un piccolo paradiso in terra con edifici storici unici nel loro genere e così minuziosamente decorati da sembrare merletti... Le finestre in legno, delle case, capolavori di intagliatori di una bravura indescrivibile.

centro di Kathmandu























Oggi un fortissimo terremoto ha distrutto chissà quanti di questi capolavori e ucciso chissà quante di queste splendide miti genti!
Che grande dispiacere nel mio cuore, conosco la paura che si prova quando tutto ti si muove intorno e tu non sai cosa fare.
Svegliarsi nel cuore della notte con i boati che spezzano il silenzio e il letto che sembra indemoniato. Saltare in piedi e non riuscire a starci in piedi, cercare gli affetti, assicurarsi che stiano bene e realizzare che devi uscire... devi uscire di casa.
E noi abbiamo case e, case forti.

Nepal- momenti di vita























In Nepal, la maggior parte delle case è fatta con materiali poveri, non oso pensare alla devastazione, non ho il coraggio di guardare le fotografie che arrivano a testimoniare il disastro.
Certo sono passati tanti anni e io non sono più tornata, molte cose saranno cambiate, ma sono certa che ci siano ancora tantissime case uguali a quelle del '92
Voglio ricordarmela così, come la vidi allora, quando feci fatica a trovare una guida che mi aiutasse a capire dove andare, cosa vedere, come muovermi.
Voglio ricordare la Durbar Square e la Kumari che mi punta i suoi occhi addosso mentre passa sopra la folla seduta sul suo palanchino.

Nepal - Kathmandu























Il nostro accompagnatore, poco più che un bambino, ora sarà un uomo, guadagnava di più lui accompagnando in giro i turisti, che il padre che, se non ricordo male, lavorava in un ufficio.
Ci era stato consigliato da un volontario italiano che lo seguiva e gli insegnava la nostra lingua e l'inglese, l'intenzione era di farlo studiare perché diventasse un buon operatore turistico.
Chissà se ci è riuscito, il ragazzino era bravo e sveglio, ci siamo tanto raccomandati pure noi che continuasse a studiare.
Lui è uno dei tanti frammenti di viaggi che ogni tanto ritornano.
Lui che cammina dondolando la sporta del nostro lunchbox, che alla fine è diventato il pasto di chi ne aveva più bisogno.

Il nostro amico-guida























Lui che l'ultimo giorno, per ringraziarmi dei doni ricevuti, mi portò per ricordo il braccialetto di legno della sorellina, avendo capito la mia passione per i monili tradizionali.
Era così piccolo quel braccialetto che non lo avrei mai potuto mettere, ma è ancora nei miei portagioie!
E c'è il bimbo di Pashupatinath, ricordate?
Chissà che ne è di loro, si saranno fatti una famiglia, avranno una casa?
In tutti questi anni potrebbe essere successo di tutto, ma oggi viene spontaneo sperare che non gli sia mai successo nulla, che il bimbo abbia trovato un futuro migliore e che questo ragazzino sia diventato una brava guida professionista.

Kathamndu e dintorni























E che anche oggi, in questa giornata di devastazione, la fortuna abbia baciato loro la fronte salvandoli.
Chiedo scusa se questo non è il solito post di viaggio, ma ho sentito questo irrefrenabile bisogno di ricordare e di dirlo a qualcuno.

Già lo tsunami del 2004 aveva creato un senso d'angoscia al pensiero di cosa poteva essere successo a chi avevo conosciuto nello Sri Lanka durante questo stesso viaggio. Ma allora non avevo ancora il blog ed ora ho realizzato che scriverne è un modo per ricordarli per sempre indipendentemente da quello che ne è della loro vita.

per le strade di Kathamndu

























Se qualcuno volesse dare un aiuto, oltre alle varie associazioni che potete trovare in questa pagina Facebook, vi segnalo una piccola Onlus che opera in loco dal 2011, Human Traction (post aggiornato il giorno 26 aprile 2015)


martedì 14 aprile 2015

Perù - Taquile - Uno sciamano ci disse

Agosto 1997, siamo sul trenino che da Cusco porta a Puno.

Il viaggio è lungo ma spettacolare, le dodici ore circa trascorrono leggendo e chiacchierando con i vicini di poltrona. Sono ancora pochi i turisti che percorrono questa tratta, facciamo conoscenza con una coppia di Torino sulla settantina. Persone davvero in gamba, lui viaggia nonostante abbia problemi alla vista che non gli consentono di muoversi di notte, e ovviamente ci scatta la stima pensando che anche noi faremo così.
Viaggiare sempre ad ogni costo, a qualsiasi età fino a che uno riesce a supportare l'altro.
Scopriremo poi che nonostante la sua ipovisione questo fantastico viaggiatore riesce ancora a fotografare.

Panorama























Arriviamo a Juliaca che è quasi sera e salutiamo i signori Casotti che scendono dal treno perché l'ultimo breve percorso lo faranno con la guida che li viene a prendere per evitare un'ora di treno in più su un percorso che si percorre in molto meno tempo per strada.
Passa qualche minuto e sentiamo una voce chiamare un nome tanto simile al mio... nessuno ci sta aspettando e ci sembra strano che ci possa cercare qualcuno? Sarà mica che Raia, il nostro amico residente a Calca in qualche modo ci ha fatto una sorpresa? Ci avrà trovato qualche conoscente che ci offre ospitalità?
Andrea scende dal treno di corsa e si dirige verso l'uomo che continua a chiamare Caso...qualcosa...signori Caso...
Riesce a raggiungerlo e quando il ragazzo gli ripete il nome scopre che non è Casoni, ma Casotti, corre da me e mi chiede se mi ricordo come si chiamano i signori di Torino.

Altopiano peruviano






















I successivi dieci minuti saranno decisamente caotici e agitati, Andrea e la guida che corrono su e giù per la stazione a  cercare i signori Casotti e io che salgo e scendo dal treno per cercare di seguirli con lo sguardo e in apprensione perché prima o poi sto treno dovrà pur ripartire! E quindi devo essere pronta a scaricare i bagagli, non posso mica lasciare Andrea a Juliaca da solo!
Ma, tutto bene ciò che finisce bene, trovati i torinesi, Ernesto, così si chiama la loro guida, ci offre il passaggio a Puno con il comodo pulmino 6 posti con cui è venuto e noi accettiamo ben contenti di arrivare in anticipo alla meta.
Sono gli anni della new age, io ho da poco finito di leggere "la Profezia di Celestino" e non posso non menzionarlo con Andrea...d'altra parte cos'è quello che ci è successo se non un flusso di coincidenze?
Ernesto che parla bene l'italiano capisce quello che dico e girandosi dalla mia parte mi dice:
- Tu hai letto " la Profezia" ?
La mia risposta affermativa scatena l'entusiasmo del ragazzo che, come me, è convinto che quelle che sembrano banali coincidenze, siano invece qualcosa di più, e così si offre di farci da guida gratuita, tanto è già pagato dai signori Casotti...e ci propone di seguire il loro programma che prevede: visita degli Uros e due giorni sull'isola di Taquile con pernotto presso le case dei campesinos, basta che noi ci paghiamo i pasti e che facciamo un'offerta a chi ci ospita per la notte.
Insomma, qui "Celestino" ci sta eccome... è esattamente il motivo per cui siamo venuti al lago Titicaca!
Ernesto è così bravo che ci trova anche l'alloggio per la notte in un delizioso quanto buffo alberghetto chiamato Cofre Andino, mentre i signori Casotti pernotteranno nell' hotel più bello di Puno del momento.

Puno - lago Titicaca























Il mattino dopo, di buon ora, parte il mini tour, sarà una giornata intensa e piena di emozioni, di colori, di sorrisi e di sorprese.

Uros -lago Titicaca























Uros - lago Titicaca























Nel pomeriggio, Ernesto ci propone di salire alle rovine di un tempio Inca, che si trova sulla cima dell'isola, per vedere il panorama, che non dimenticherò mai, la giornata è così limpida che si vedono le cime innevate dei 6000 metri della cordillera Real, il lago Titicaca è immenso, sembra il mare!
Stiamo passeggiando fra le rovine quando Ernesto si mette a raccontare che sua nonna è una sciamana molto anziana e che gli sta trasmettendo il suo sapere, se ci fa piacere lui vorrebbe fare un rito propiziatorio per noi proprio lì.

Salita a Taquile























Ovviamente accettiamo tutti perché incuriositi dalla cosa, l'unico problema e che sta facendo buio e i signori Casotti, proprio mentre l'apprendista sciamano sta preparando le nostre "offerte", ci devono lasciare, non potendo girare con il buio è meglio che inizino la discesa per tempo.
Restiamo soli, io, Andrea, Ernesto, soli, all'interno del cerchio di pietre.
La cerimonia riprende, si preparano le offerte, rigorosamente tutte a coppie.
Ognuno di noi deve fare le proprie offerte.
Così mettiamo due foglie di pianta di coca (in Perù è usata per mille cose), due sassolini presi dal terreno, due banconote di piccolo taglio, qualche altra cosa che non ricordo mi pare qualcosa di nostro, che portiamo addosso...sono passati tanti anni fatico a ricordare nei minimi particolari.
Ricordo bene che lo sciamano accende un fuoco al centro della "sala" in cui ci troviamo e anche l'accensione del fuoco mantiene un rituale antico, una volta preparate le nostre offerte, le chiudiamo in un foglio creando un pacchetto, intanto ha fatto buio e non si sente nessun rumore, il cielo stellato ci lascia a bocca aperta, sembra di poterlo toccare. E' una serata perfetta, limpida non troppo fredda e senza vento...

Lago Titicaca - Taquile























Ernesto ci invita a sederci su panche di pietra in un angolo a ridosso del muro di cinta, fuori dalla "sala del rito" ci insegna una sorta di mantra da ripetere per tot volte, ci dice di stare tranquilli rilassati e di aspettare lì senza parlare, concentrati, ad occhi chiusi.
Ogni tanto capita di ripensare a quei momenti e ancora ci chiediamo se davvero è successo o se lo abbiamo sognato o se è frutto di suggestione, ma come è possibile che due persone che non si stanno parlando né guardando avvertano le stesse sensazioni se non è tutto vero?
Come è possibile che entrambi abbiamo sentito un forte vento, quando vento non c'era? E non era una folata improvvisa, perché questa "sensazione" di vento è durata fino a quando Ernesto non è venuto da noi a riferire ciò che aveva visto!
Il vento è iniziato quando lui ci ha lasciato ed è finito quando lui è ritornato, io non so cosa sia stato, magari davvero questo vento c'è stato, ma la casualità di presentarsi e sparire in questo modo è stata la ciliegina sulla torta!
























Il cuore batte a mille mentre Ernesto inizia a parlare delle sue "visioni" e mentre parla si rivolge sempre ad Andrea, gli chiede se fa il ginecologo perché vede un grande utero e tanta acqua...Andrea gli dice di no. Ernesto insiste che l'utero e l'acqua nella sua vita sono due segni fondamentali quindi ci deve essere qualcosa che lo lega a questi due elementi, a questo punto io accenno a un timido... Andrea è figlio unico ed è l'unica ragione di vita della madre, donna molto apprensiva.
Ernesto risponde che questo potrebbe essere la spiegazione all'enorme utero, ma l'acqua??
Eh, sì... l'acqua...
Ma intanto io comincio a spazientirmi... ok tutto... ma, io??
Risposta secca: - tu sei legata a lui.
- Come scusa? Cioè cosa vuol dire? Stiamo insieme, da qualche mese viviamo insieme ok, ma avrai pur visto qualcosa.
- No, solo questo, dove vedo lui, vedo te, tu sei legata a lui.
Poi si rivolge ad Andrea e riprende il discorso dell'acqua che secondo lui nella vita di Andrea ha un ruolo importante...
Si è fatto tardi e scendiamo, io devo dirvi la sincera verità, voglio molto bene al mio moroso, ma sta storia che vede solo lui non mi sta mica tanto bene eh...
Comunque, la fame si fa sentire, il posto è così bello che alla fine mi perdo in altre cose.
e il viaggio continua....

Tramonto sul lago Titicaca
























Settembre 1997, torniamo a casa e da allora... siamo ancora insieme, nel frattempo ci siamo sposati, abbiamo comprato casa, viaggiamo sempre insieme, credo che da allora se abbiamo dormito sotto tetti diversi sarà successo al massimo dieci volte.
L'acqua??? Abbiamo pensato che possa essere quella che gira dentro ai tubi degli impianti che Andrea progetta visto che è un termotecnico e che fra impianti di riscaldamento e impianti antincendio di acqua ne fa girare parecchia. Forse era per quello che il nostro sciamano la riteneva così importante!
E io?? Io, oltre a tutto il resto lavoro anche con lui...penso che possa bastare a spiegare il perché di quel legame, cosa ne dite?
Saranno tutte coincidenze o davvero, come dice "Celestino", era il nostro destino...e il viaggio continua!

N.B. la qualità delle foto non è la solita purtroppo, considerate che sono scansioni di diapositive di 18 anni fa! Anche noi siamo un tantino deteriorati....



























mercoledì 8 aprile 2015

EXPO 2015 - CHI VIENE CON ME?





Beatravelplanner prevede la visita a EXPO 2015 per fine settembre, primi di ottobre
appena definita la data la renderò pubblica.
Chi vuole partecipare con me? Sarebbe una bella occasione per conoscersi e scattare qualche foto insieme
I biglietti sono già in vendita per chi vuole acquistare eccovi il collegamento diretto alla pagina della prevendita che fino al 1 maggio, giorno dell'inaugurazione dell'evento, prevede uno sconto del 20%
sulla tariffa base.

giovedì 2 aprile 2015

Parigi - Visitare Montmartre

Parigi























Di ritorno dalla Ville Lumiere, delle cui luci non ho goduto poiché la sera ce ne stavamo in casa al calduccio...la prima cosa di cui vi parlo è Montmartre.
Sarà che abbiamo trovato un delizioso appartamento qui, sarà che è un quartiere che ritengo a dimensione umana, vivibile e fornitissimo di ogni servizio, è di certo la Parigi che ci è piaciuta di più, di quanto visitato in questi cinque giorni.
Vi lascio un itinerario per visitarla passeggiando e godendo della sua tranquillità.


























Sì Montmartre, nonostante sia molto turistica, regala ancora angoli molto tranquilli e caratteristici, fortunatamente la massa si concentra nei soliti luoghi, i più conosciuti.
Fermata della metro chiamata Blanche, quartiere di Pigalle, inizia da qui la nostra passeggiata, dall'altra parte della strada, sulla destra salendo la scalinata della metropolitana la prima tappa del tour: il Moulin Rouge.

Parigi - Moulin Rouge























Montmartre inizia qualche passo oltre; dopo le foto di rito, immortalandovi davanti al locale notturno più famoso del mondo, prendete la rue Lepic e iniziate la salita, dopo un centinaio di metri al numero 15, incontrate la brasserie resa famosa da "Il fantastico mondo di Amelie" ovvero il bar dove lavora la protagonista del film, proseguite fino all'incrocio con rue Des Abbesses e fate una breve deviazione in rue Joseph de Maistre per vedere il cimitero del quartiere.
Conosciuto anche come Cimetière du Nord, come tutti i più importanti di Parigi, anche questo è un cimitero monumentale e al suo interno riposano molti personaggi famosi. Da Truffaut a Nijinsky, da Degas a Offenbach passando per Dalida e Goulue la prima vedette del cancan francese, sono tante le tombe cui rendere omaggio.
Ritornate sui vostri passi per riprendere la salita di rue Lepic, fermatevi all'incrocio con rue Tholozè,  riconoscibile per il ristorante che vi si trova "Autour du Moulin", ora giratevi e...sorpresa, guardate che c'è alle vostre spalle...Le Moulin de la Galette, il cancello d'ingresso di uno dei più vecchi cabaret di Montmartre.

Parigi























Se alzate lo sguardo verso l'alto potrete vedere anche il mulino che ora è stato ristrutturato ma che non è visitabile poiché si trova nel giardino di una proprietà privata. Poco più avanti, sempre sulla rue Lepic l'altro ingresso ancora funzionante perché ora vi si trova un ristorante e alla sua sommità l'altro mulino che faceva parte del locale notturno, il Moulin Radet.

Parigi























Alla fine di rue Lepic vi ritrovate in Place Jean Baptiste Clement, tenendo la sinistra alla sommità del breve tratto di strada vedrete diversi cartelli turistici, siete arrivati nel cuore di Montmartre.
Non potete non accorgervene, alla vostra destra inizia il girone dei locali!
Cafè Montmartre e Le Consulat i primi che incontrate...potete passare ore a curiosare fra i vari negozi di souvenir e cineserie, se avete fame le varie pasticcerie, forni, ristoranti vi sazieranno.
Io vi consiglio di proseguire lungo la rue De Saules per godere ancora un poco di quell'aria romantica e bohemien delle zone non affollate dai turisti e per vedere tre luoghi storici quasi dimenticati:
La Maison Rose, il bistrot reso "eterno" da Utrillo per averlo ritratto in uno dei suoi quadri più famosi. Resta ancora così, un caffè-ristorante, peccato che sia frequentato solo da turisti...

Parigi























Le Lapin Agile uno dei cabaret più vecchi di Parigi, quasi sconosciuto ora, deve questo nome al caricaturista André Gill che nel 1875 disegnò l'insegna (una delle più famose di Parigi nel mondo). Il disegno riproduce un coniglio che salta in una padella, da qui  il nome: Le Lapin à Gill e in un attimo il gioco di parole l'ha trasformato in Agile. L'insegna originale è conservata al museo di Montmartre vicinissimo al cabaret. Le Lapin Agile è tutt'ora attivo e vi si esibiscono giovani artisti della città mantenendo la stessa formula di allora. Cantautori, cantastorie, barzellettieri e quant'altro senza microfoni ne palchi.

Cabaret - Parigi























Clos Montmartre, ovvero la vigna di Montmartre. Eh, sì...non vi sembrerà possibile ma è così, una vigna in città. Un'antichissima vigna visto che parrebbe essere di origine gallo-romana. Resta lì a beneficio della comunità, viene ancora coltivata e se ne ricava vino che viene venduto all'asta per i bisognosi de la Butte (come viene abitualmente chiamata Montmartre dai cittadini). I pareri sulla produzione sono contrastanti, c'è chi scrive che si arriva a un migliaio di bottiglie, chi a circa 500, cosa certa, non è visitabile tranne forse su richiesta e per gruppi numerosi. L'unico modo per vederla "aperta" è andare ad ottobre durante la festa della vendemmia.

Vigna di Montmartre























Come dicevo vicinissimo a Clos Montmartre, in rue Cortot, c'è il museo di Montmartre che raccoglie dipinti, manifesti ed altre immagini del quartiere all'epoca dei grandi artisti, da Toulouse-Loutrec a Utrillo, Modigliani e tanti altri.
Tornate verso il centro turistico risalendo rue Du Mont Cenis e vi troverete in Place du Tertre famosa per essere la piazza degli artisti.
Se riuscite a passare incolumi all'assalto dei numerosi caricaturisti che cercano di attirare la vostra attenzione in ogni modo, potrete soffermarvi a osservare le opere di pittori in alcuni casi bizzarri, in altri davvero bravi e apprezzabili, se siete interessati ad un'opera cercate di contrattare perché abbiamo scoperto che gli artisti non son più quelli della belle époque, ora sparano alto...parecchio alto!
Avete ancora molto da vedere, la basilica Sacré Coeur non è lontana, proseguite lungo la rue Du Mont Cenis che facendo una curva a sinistra prende il nome di rue Saint-Eleuthere, oltrepassate l'ingresso della funicolare e godete della magnificenza della basilica, che per me è la più bella di Parigi.

Parigi























Ora dedicatevi alla visita del Sacre Coeur, l'interno alla chiesa è gratuito mentre se volete salire sulla cupola il biglietto costa 5 €
Ammirate i giardini e la scalinata della Butte davanti alla basilica sempre piena di artisti di strada, ognuno con la sua specialità e un drappello di gente che lo circonda, potete scegliere se scendere passando di esibizione in esibizione o approfittare della funicolare.
Ai piedi della scalinata prendete a destra e dirigetevi verso la fermata della metro Abbesses, non potete sbagliare, andate sempre dritto e godetevi le tante vetrine, vi accorgerete di essere arrivati per la pensilina della metro e per l'antica giostra con cavalli, un altro angolo apparso nel film di Amelie.

Parigi























Possiamo dire che il giro turistico è terminato?
Si e no, se quel che vi interessa sono i punti salienti, potete prendere la metro e ritornare al vostro albergo, se come noi avete scelto di dormire a Montmartre e di far finta di viverci preferendo un appartamento ad un hotel, proseguite lungo la rue Abbesses e chiudete la giornata facendo spesa nei tanti negozi di alimentari che più che negozi sono boutique del cibo. Dalla fromagerie (mai vista una scelta così varia a ben presentata) al negozio di primizie, rosticcerie e take way, forni e pasticcerie, una pescheria superfornita e tanto altro ancora, c'è davvero l'imbarazzo della scelta per preparare una romantica cenetta da gustare guardando i tetti di Parigi e la siloutte del Sacrè Coeur sullo sfondo.
Se avete ancora energie da spendere dopo questa lunga giornata, allora la cena merita essere consumata A La Pomponnette, tipico ristorante bistrot francese, nato agli inizi del secolo scorso e che ha visto ospiti illustri come Poulbot e Gen Paul, tavolini minuscoli e vicini vicini, luci da abat-jour e ricette che sembrano uscite dalla cucina di casa, questo ancora il clima che vi accoglierà.
Vi auguro una buona passeggiata con qualche altra foto

Parigi






















Montmartre - Parigi
la Butte - Montmartre
Montmartre - ParigiParigi
Parigi