Suo padre era consigliere
della famiglia reale dei Thembu, una tribù di etnia Xhosa.
Sua madre lo partorì lungo
la riva di un fiume. Il suo nome, Rolihlahla in lingua Xhosa,
significa “attaccabrighe”, e Mandela attaccabrighe lo è stato eccome...
Cominceranno a chiamarlo
Nelson al collegio di Healdtown, per via di un insegnante britannico , che
sceglieva nomi inglesi a caso per i ragazzini sudafricani, al posto dei nomi
tribali.
Negli anni '30 in Sudafrica
inizia un periodo molto difficile; deportazioni, leggi restrittive per gli
spostamenti interni e altri provvedimenti di segregazione. Mandela, che
frequentava l’Università di Fort Hare, inizia così la sua lotto contro
l'ingiustizia: guidando una manifestazione studentesca in compagnia di Oliver
Tambo. Era il 1940 e per questo verrà espulso dall'università.
Torna al suo villaggio, ma scopre che il capotribù aveva organizzato il matrimonio con una ragazza del suo rango e che era già stata pagata la dote. Mandela scappa a Johannesburg.
A 22 anni inizia a lavorare come guardiano alle Miniere della Corona di Johannesburg, in dotazione fischietto e manganello. Qui prende coscienza della miseria e dello sfruttamento dei lavoratori e la politica entra nella sua vita, insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo, nel 1944 crea la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress) e in poco tempo ne diviene presidente.
Nel 1993 il premio Nobel per la Pace
Torna al suo villaggio, ma scopre che il capotribù aveva organizzato il matrimonio con una ragazza del suo rango e che era già stata pagata la dote. Mandela scappa a Johannesburg.
A 22 anni inizia a lavorare come guardiano alle Miniere della Corona di Johannesburg, in dotazione fischietto e manganello. Qui prende coscienza della miseria e dello sfruttamento dei lavoratori e la politica entra nella sua vita, insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo, nel 1944 crea la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress) e in poco tempo ne diviene presidente.
Nel 1993 il premio Nobel per la Pace
Riesce comunque a laurearsi
e sempre in compagnia dell'inseparabile Tambo apre il primo studio legale per
neri e da inizio ad una vita votata alla lotta contro l'apartheid.
La sua è una campagna non
violenta di disobbedienza civile, combattuta a colpi di scioperi, marce di protesta
e manifestazioni invitando la gente a non sottomettersi a leggi
discriminatorie.
Nel 1952 viene arrestato per
la prima volta e faranno seguito altri arresti e detenzioni fino ad arrivare al
processo del 1958 per tradimento che durò 4 anni e dal quale verrà assolto per
merito della sua complessa e appassionata testimonianza e verrà scarcerato.
Fino ad ora Mandela cerca di
seguire una strada pacata e legale, ma a causa delle crescenti repressioni e
alla messa al bando dell'ANC, decide di sacrificare la vita privata (nel 1958
si era sposato con Winnie) e la via legale per passare all'insurrezione armata.
Nel 1962 viene arrestato
nuovamente per alto tradimento e condannato a 5 anni di carcere e mentre sconta
la condanna viene accusato di sabotaggio nel processo Rivonia, della sua
arringa nel processo diventerà famosa la parte finale:
“Ho nutrito l’ideale
di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in
armonia… Questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario,
è un’ideale per il quale sono pronto a morire”.
Due anni dopo il verdetto
definitivo: colpevole di sabotaggio ed alto tradimento, condanna; ergastolo da
scontarsi a Robben Island.
Quando Mandela arriva
sull'isola è inverno, immaginatevi come può essere il clima su di un isola in
mezzo all'oceano Atlantico sferzata dal gelido vento invernale. Viene costretto
a spogliarsi fuori dalla prigione e a rimanere nudo per poi indossare
l'uniforme del carcere di massima sicurezza, color kaki, pantaloni corti,
maglietta, una casacca di tela, niente scarpe, niente calze. Così l'apartheid
intendeva ricordare ai prigionieri neri che erano dei "ragazzini".
Mandela ha 46 anni, entra nella cella della Sezione B, piccola; tre passi in
lunghezza, nessuna possibilità di stendersi completamente quando si coricava
per dormire, una piccolissima finestra con le sbarre e una spessa porta di
legno con un'inferriata di metallo.
La giornata si svolgeva ai
lavori forzati, ovvero spaccare pietre da trasformare in ghiaia, non si poteva
parlare, se fischiettavi venivi punito, si poteva scrivere e ricevere una sola
lettere e ricevere una visita ogni 6 mesi
Mandela cosa fa? Inizia una
nuova battaglia per migliorare le condizioni di prigionia, e da dove inizia?
Dai pantaloni: vi piacerebbe
essere chiamati "pantaloni corti"? Mesi di discussioni e proteste
fino a che un giorno gli vengono gettati in cella dei vecchi pantaloni kaki che
Mandela non indosserà fino a che i suoi compagni di prigionia neri non li
avessero ottenuti a loro volta.
Le battaglie si susseguono,
per i pasti, per gli occhiali da sole da indossare nelle cave di calcare
d'estate, per avere degli sgabelli nelle celle...
Fino a quando negli anni
'80, merito la mobilitazione e la condanna internazionale porta il governo sudafricano
ad avere colloqui segreti con Mandela.
Il resto è storia recente e
lo conoscete:
11 febbraio 1990 - Mandela
viene liberato incondizionatamente.
Nel 1994 il massimo
riconoscimento che il Sudafrica poteva dare a quest'uomo, l'elezione a Presidente
della Nazione
Nel 1999 si ritira
ufficialmente dalla vita pubblica
5 dicembre 2013 muore nella
sua casa a Johannesburg.
Ciao Madiba, buon meritato
riposo.
Per chi volesse approfondire
alcuni libri:
Lungo cammino verso la
libertà - scritto da Mandela stesso
Ama il tuo nemico - John
Carlin
Il colore della libertà.
Nelson Mandela: da nemico a fratello - James Gregory, Bob Graham
se n'è andato un gran pezzo di storia con lui.
RispondiEliminaProprio vero, la speranza di tutti è che non sia dimenticato e che in Sudafrica si continui a lavorare per il bene della nazione e dei mille "colori" che la abitano.
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