venerdì 6 dicembre 2013

In ricordo di Madiba - 5 dicembre 2013

Nelson Mandela è nato il 18 Luglio 1918.
Suo padre era consigliere della famiglia reale dei Thembu, una tribù di etnia Xhosa.
Sua madre lo partorì lungo la riva di un fiume. Il suo nome,  Rolihlahla in lingua Xhosa, significa “attaccabrighe”, e Mandela attaccabrighe lo è stato eccome...
Cominceranno a chiamarlo Nelson al collegio di Healdtown, per via di un insegnante britannico , che sceglieva nomi inglesi a caso per i ragazzini sudafricani, al posto dei nomi tribali.
Negli anni '30 in Sudafrica inizia un periodo molto difficile; deportazioni, leggi restrittive per gli spostamenti interni e altri provvedimenti di segregazione. Mandela, che frequentava l’Università di Fort Hare, inizia così la sua lotto contro l'ingiustizia: guidando una manifestazione studentesca in compagnia di Oliver Tambo. Era il 1940 e per questo verrà espulso dall'università.
Torna al suo villaggio, ma scopre che il capotribù aveva organizzato il matrimonio con una ragazza del suo rango e che era già stata pagata la dote. Mandela scappa a Johannesburg.
A 22 anni inizia a lavorare  come guardiano alle Miniere della Corona di Johannesburg, in dotazione fischietto e manganello.  Qui prende coscienza della miseria e dello sfruttamento dei lavoratori e la politica entra nella sua vita, insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo, nel 1944 crea la Lega Giovanile dell’ANC (African National Congress) e in poco tempo ne diviene presidente.
Nel 1993 il premio Nobel per la Pace
Riesce comunque a laurearsi e sempre in compagnia dell'inseparabile Tambo apre il primo studio legale per neri e da inizio ad una vita votata alla lotta contro l'apartheid.
La sua è una campagna non violenta di disobbedienza civile, combattuta a colpi di scioperi, marce di protesta e manifestazioni invitando la gente a non sottomettersi a leggi discriminatorie.
Nel 1952 viene arrestato per la prima volta e faranno seguito altri arresti e detenzioni fino ad arrivare al processo del 1958 per tradimento che durò 4 anni e dal quale verrà assolto per merito della sua complessa e appassionata testimonianza e verrà scarcerato.
Fino ad ora Mandela cerca di seguire una strada pacata e legale, ma a causa delle crescenti repressioni e alla messa al bando dell'ANC, decide di sacrificare la vita privata (nel 1958 si era sposato con Winnie) e la via legale per passare all'insurrezione armata.
Nel 1962 viene arrestato nuovamente per alto tradimento e condannato a 5 anni di carcere e mentre sconta la condanna viene accusato di sabotaggio nel processo Rivonia, della sua arringa nel processo diventerà famosa la parte finale:
 “Ho nutrito l’ideale di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia… Questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario, è un’ideale per il quale sono pronto a morire”. 
Due anni dopo il verdetto definitivo: colpevole di sabotaggio ed alto tradimento, condanna; ergastolo da scontarsi a Robben Island.
Quando Mandela arriva sull'isola è inverno, immaginatevi come può essere il clima su di un isola in mezzo all'oceano Atlantico sferzata dal gelido vento invernale. Viene costretto a spogliarsi fuori dalla prigione e a rimanere nudo per poi indossare l'uniforme del carcere di massima sicurezza, color kaki, pantaloni corti, maglietta, una casacca di tela, niente scarpe, niente calze. Così l'apartheid intendeva ricordare ai prigionieri neri che erano dei "ragazzini". Mandela ha 46 anni, entra nella cella della Sezione B, piccola; tre passi in lunghezza, nessuna possibilità di stendersi completamente quando si coricava per dormire, una piccolissima finestra con le sbarre e una spessa porta di legno con un'inferriata di metallo.
La giornata si svolgeva ai lavori forzati, ovvero spaccare pietre da trasformare in ghiaia, non si poteva parlare, se fischiettavi venivi punito, si poteva scrivere e ricevere una sola lettere e ricevere una visita ogni 6 mesi
Mandela cosa fa? Inizia una nuova battaglia per migliorare le condizioni di prigionia, e da dove inizia?
Dai pantaloni: vi piacerebbe essere chiamati "pantaloni corti"? Mesi di discussioni e proteste fino a che un giorno gli vengono gettati in cella dei vecchi pantaloni kaki che Mandela non indosserà fino a che i suoi compagni di prigionia neri non li avessero ottenuti a loro volta.
Le battaglie si susseguono, per i pasti, per gli occhiali da sole da indossare nelle cave di calcare d'estate, per avere degli sgabelli nelle celle...
Fino a quando negli anni '80, merito la mobilitazione e la condanna internazionale porta il governo sudafricano ad avere colloqui segreti con Mandela.
Il resto è storia recente e lo conoscete:
11 febbraio 1990 - Mandela viene liberato incondizionatamente.
Nel 1994 il massimo riconoscimento che il Sudafrica poteva dare a quest'uomo, l'elezione a Presidente della Nazione
Nel 1999 si ritira ufficialmente dalla vita pubblica
5 dicembre 2013 muore nella sua casa a Johannesburg.
Ciao Madiba, buon meritato riposo.

Per chi volesse approfondire alcuni libri:
Lungo cammino verso la libertà  - scritto da Mandela stesso
Ama il tuo nemico - John Carlin
Il colore della libertà. Nelson Mandela: da nemico a fratello - James Gregory, Bob Graham

2 commenti:

  1. se n'è andato un gran pezzo di storia con lui.

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    1. Proprio vero, la speranza di tutti è che non sia dimenticato e che in Sudafrica si continui a lavorare per il bene della nazione e dei mille "colori" che la abitano.

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